I 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. Significato psicologico, Interpretazione e Significato.
Il suo Domino incontrastato è la terra quadrata,
ancora prima che il soffio del vento
le desse l'impulso del movimento
e la grazia arrotondata della donzella.
La sua Dimora è la montagna
di fuoco e di lava
che pare inghiottire anche il mare
e fa tremare le fondamenta del Mondo.
La sua Mano è nera come il carbonev
e possente come un macigno;
il suo Occhio vede anche attraverso le nebbie
ed illumina le tenebre con il chiarore del fulmine.
Il suo Trono è una scultura bianca
di marmo di Paro: un cubo perfetto
che fonde i quattro elementi primordiali
impressi a lettere d'oro,
come segni d’alchimista
ordinati a comporre
un geroglifico.
La sua Voce pare essere ovunque
e nessuna barriera riesce a fermarla
perché assume a tratti l'aspetto del Vento,
della Terra, dell'Acqua e del Fuoco.
I suoi Ordini sono Legge
perfino nelle contrade più sperdute
e sulla scorza degli alberi
c'è una visibile impronta
della sua Autorità.
La sua Forza risiede nei numeri della Cabala
costruiti sull'aureo quadrato:
4 < 8 < 16
Il suo orecchio
sa udire la Voce degli Dei
artefici della cosmogonia.
"Tutto è Avvenuto nella Risacca dell'Oceano
Tutto è Alimentato dalla Ruota Occulta
Tutto è Avvolto nei Ricordi Oscuri
Tutto è Annunciato dal Ritmo delle Onde.”
Accompagnano in coro l’eco
di T…. A…. R…O
i genuflessi figli dei Catari
4 sono i gradini che precedono il trono dell’Imperatore. Nel mezzo di ciascun gradino di pietra spicca un quadrato di marmo, diviso in quattro parti uguali dalle sue diagonali, che formano come tante piramidi a base quadrata viste dall’alto.
Ciascuna ‘piramide-prospettica’ ha una coloritura differente: una di marmo completamente bianco, un’altra totalmente scura, una con i triangoli orizzontali bianchi e quelli verticali scuri, un’altra viceversa con i triangoli orizzontali scuri e quelli verticali bianchi; ciascuna è contrassegnata dai quattro simboli alchemici dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco, ripetuti quattro volte ciascuno.
Secondo il calcolo cabalistico
4 = 1 + 2 + 3 + 4 = 10 = 1 + 0 = 1
il quattro contiene e riassume in sé l’apice del concreto, ovvero il dieci, e l’apice della spiritualità, ovvero l’uno.
La stessa natura del 4 poi si riflette nella figura geometrica della piramide, che é quaternaria nella sua base, ternaria nei suoi lati, binaria nella sue diagonali di base, unitaria nel suo vertice: sintesi e tutto del corpo geometrico.
Queste ‘piramidi-prospettiche’, simboleggiano il potere dell’Imperatore ripetuto quattro volte, secondo una logica cabalistica che trova applicazione anche nella struttura del trono, che, essendo perfettamente cubico, amplifica nello spazio la forma del quadrato ed esprime il consolidamento del quattro.
Simbolicamente i due triangoli bianchi esprimono una disposizione spirituale, creativa, i due scuri invece indicano un atteggiamento passivo, in grado di assorbire ogni influenza esterna. La disposizione dei triangoli, inscritti nei quadrati, e la relativa tonalità cromatica simboleggiano le quattro virtù della perfetta saggezza ermetica.
Il ‘volere’ è espresso da quattro triangoli bianchi, infatti colui che vuole deve sapere quello che cerca, per cui é doppiamente attivo.
Il ‘sapere’ è espresso da quattro triangoli scuri, infatti colui che sa é doppiamente passivo perché non si lascia influenzare dai fattori esterni illusori e non si lascia sondare mentalmente da chi vuole appropriarsi del suo sapere senza esserne degno.
L’ ‘osare’ è espresso da due triangoli orizzontali scuri e da due verticali bianchi, infatti colui che osa é stimolato ad agire e reprime in sé le sensazioni di paura.
Il ‘tacere’ è espresso da due triangoli orizzontali bianchi e dai due verticali scuri, infatti colui che tace solo apparentemente non é attivo e non rivela i propri pensieri, ma nello stesso tempo é portato ad ascoltare le voci altrui.
La forma del trono è perfettamente cubica ed è stata squadrata usando un solo blocco di marmo di Paro, candido come la neve. Sulle quattro facce visibili del cubo sono stati incisi i quattro ideogrammi degli elementi fondamentali: il triangolo, con la punta rivolta verso l’alto, visualizza la fiamma che brucia ed indica il Fuoco; il triangolo, con la punta rivolta verso il basso, indica l’Acqua pronta ad essere versata nella coppa; l’Aria, assimilata alla vitalità del fuoco, è resa passiva da un tratto orizzontale; mentre la Terra, più vicina all’acqua, è solidificata ed appesantita da un tratto orizzontale.
L’elemento Fuoco è caldo e dinamico. Senza un principio caldo, una energia originaria la vita non si può sviluppare. Il Numero 1, il Mago, può benissimo essere assimilato al principio attivo del Fuoco. L’eguaglianza cabalistica 19 = 1 + 9 = 10 = 1 + 0 = 1 ci conferma che il Sole e il Mago in un certo senso si equivalgono.
L’elemento Terra è freddo e statico, questo può essere ricondotto al Numero 2, la Vestale custode di una Conoscenza di per sé inerte che ha bisogno di essere ravvivata dal Fuoco del Sapere originario del Mago.
Si badi bene che è il raffreddamento del Fuoco a generare la Terra, ossia il 2 discende dall’uno.
L’elemento Aria va visto come una forza generata dal Fuoco che è caldo e dalla Terra che è fredda. L’Aria è figlia del Fuoco, elemento maschile e della Terra, elemento femminile. Assimilabile al Numero 3, l’Aria si materializza nella forma della Dea. A sua volta l’Aria può essere ora calda ed ora fredda, a secondo dei casi.
L’Acqua, il 4 elemento completa gli elementi fondamentali della vita e a sua volta scaturisce dall’incontro della Aria calda con quella fredda.
Fuoco, Terra, Aria ed Acqua definiscono il sistema Mondo di cui l’Imperatore è il simbolo.
Assiso maestosamente sul trono l’Imperatore del Mondo estende il suo Potere assoluto e senza limiti sulle “cose materiali”.
L’autorità indiscussa dell’Imperatore viene esercitata sui vari Regni del Concreto . I feudatari minori e i vassalli gli devono obbedienza e rispetto. Senza di lui il Mondo cadrebbe nella ingovernabilità, in una progressiva anarchia disgregatrice, che inevitabilmente porterebbe al disordine e al Caos.
4 = 1 + 2 + 3 + 4 = 10
L’analisi cabalistica mostra che il Potere dell’Imperatore incontra i suoi limiti oggettivi nella imprevedibilità della Ruota, che può accrescere o dissolvere le fortune legate al trono; inoltre il Potere, se vuole prosperare e non andare incontro ad ostacoli e sconfitte, deve Sapere armonizzare i dualismi esistenti e far scaturire una soluzione ispirata all’imparzialità dell’Uno , capace di generare buone leggi valide indistintamente per tutti . Ogni abuso della feudalità va punito con fermezza e rigore, perché tutti debbono essere sottomessi alle Leggi emanate dall’Imperatore.
Per consolidare il suo Potere e fortificarlo contro i vari nemici, l’Imperatore non può fare a meno del sostegno della magia e fa proprie le Quattro Virtù Ermetiche: Sapere, Tacere, Osare e Volere
Per questo l’Imperatore ostenta pubblicamente - strutturando una grande messa in scena teatrale destinata a tutti - le prerogative “magiche” su cui il suo Potere si fonda.
Una forza oscura però minaccia in maniera subdola la sua autorità che é attaccata da un altro Potere d’ordine superiore, personificato dallo Gerofante, il quale apertamente già rivendica il controllo indiscusso sulle coscienze dei sudditi.
Dunque il Trono, nonostante la sua apparente solidità, può vacillare.
Il “soprannaturale” soltanto può far breccia all’interno del Potere assoluto e l’Imperatore é consapevole di essere minacciato da qualcosa che non riesce a controllare.
L’Uomo più potente della Terra scopre così i propri limiti, avverte paradossalmente la propria impotenza, la propria fragilità di creatura corruttibile e mortale.
L’Imperatore é solo nel suo Potere e nella sua lotta contro la forza di ordine superiore. L’assolutismo di facciata viene messo in crisi, ridicolizzato, perché l’esistenza, nel suo fluire imprevedibile, sfugge ad ogni schema, o progetto.
Pubblicamente l’Imperatore si mostra sicuro di sé, vincente e non ammette di poter essere soverchiato. Solo il pieno possesso e controllo delle 4 Virtù Ermetiche garantisce un Potere gestito con saggezza, lungimiranza e rispetto della persona umana.
L’etica filosofica assicurano e consolidano il buon governo; mentre, senza la luce della Virtus, il Potere degenera, diventa intollerante, brutale, cieco.
1 + 3 = 4
2 + 2 = 4
Esaminiamo le equivalenze cabalistiche:
4 = 1 + 3
4 = 2 + 2
In base alla prima l’Imperatore deve utilizzare le facoltà illusioniste del Mago per fare leva sulla credulità popolare e mostrarsi magnanimo e ‘materno’ come la Dea. Sostanzialmente il Potere vive e sopravvive grazie alle grandi messe in scena predisposte per le masse ed in ogni caso deve mentire.
In base alla seconda equivalenza l’Imperatore deve conoscere la doppiezza insita nei misteri. I “misteri artificiali” sono alimentati da una casta sacerdotale, detta il Popolo degli Scriventi, che grazie ad essi fonda il suo potere sul Popolo dei Parlanti. I “misteri primi”, indipendenti dalla volontà dell’uomo, in parte sono alimentati dall’Inconscio per proteggere se stesso, in parte dagli Dei per punire l’uomo del suo peccato di orgoglio. Questa equivalenza ci dice molto di più della prima sulla vera Natura del numero Quattro: unico fra tutti ad unire la “doppia valenza” del numero Due. Il vero Potere non é dominare su sudditi anonimi ed idioti, ma afferrare la “Natura duplice” dei Misteri, espressi dal Numero 2 ripetuto due volte.
La prima equivalenza svela la “Natura materiale” del Potere, la seconda i fondamenti etici dello stesso.
Una sottolineatura a parte merita la “vocazione alchemica - magica” dell’Imperatore, il quale aspira a dominare i 4 Elementi fondamentali della materia: l’Aria, l’Acqua, la Terra ed il Fuoco ed aspira ad essere il perfetto Alchimista.
E’ convinto infatti che può portare la Natura dei metalli alla loro perfezione trasformandoli in oro; di perfezionare quel ‘composto’ che é il corpo umano, di guarirlo dai mali e di prolungarne la vita; di perfezionare se stesso, se riesce a compiere l’Opera alchemica, ad acquistare la sapienza delle cose ed il dominio sulle stesse.
Si tratta di un’opera personale, quasi artistica, che difficilmente si presta ad un lavoro in collaborazione con altri, che non si può trasmettere attraverso le opere scritte, che va comunicata da persona a persona, come fosse un segreto.
L’Imperatore nella sua solitaria maestosità esprime una fragile possanza che fotografa la condizione umana a cui sfugge il dominio tanto agognato del Mondo. La bramosia di potere dell’uomo è effimera e si esercita in un ristretto arco temporale.
Di fronte all’Uomo c’è una realtà molteplice che sfugge da ogni suo controllo. L’Uomo, come prodotto di un’organizzazione evolutiva della vita in questo pianeta, fa parte di un sistema che vede una profonda correlazione tra macro e microcosmo.
L’uscita dell’uomo dallo Stato di Natura ha comportato una frattura entro questo sistema da cui l’uomo è stato emarginato e bandito. Il suo peccato di orgoglio e la presunzione di essere l’Imperatore del Mondo lo sta già scontando in un isolamento che è dimostrato dal silenzio della Natura nei suoi confronti.
Nella natura delle cose c’era un’armonia adesso perduta. L’originario equilibrio tra le creature le metteva in comunicazione. Adesso la conflittualità ha preso il sopravvento. L’uomo ha imposto la sua legge dell’ “homo homini lupus”.
Potenzialmente la mente umana è in grado di assolvere altre funzioni, ma queste sono state limitate dall’isolamento a cui l’uomo è stato confinato ed inoltre vengono per così dire “censurate dall’Inconscio collettivo”, al fine di potere manipolare le coscienze.
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