Arcani Maggiori

I 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. Significato psicologico, Interpretazione e Significato.

L’ Arcano Numero 16 - La Torre

 la torre

Logica ed ardita composizione
nata per sovrastare la Terra
ed essere più vicina alle Stelle.


Segno della presenza di una creatura
capace di progettare la sua storia
oltre i confini della Natura.


Austero segno del potere,
isolata ed inaccessibile al volgo,
custode di ambiziosi progetti,
sulle sue pietre levigate
la Torre porta su incise
le auree formule degli Alchimisti.


Così ha preso vita
e respira e fa ascoltare
la sua Voce solo agli Eletti
che riescono a mettervi piede.


8 + 8 = 16


Costruita assommando
il perfetto equilibrio dell'Otto
la Torre non può vacillare.


Ma l'Inquisitore del Santo Uffizio
può aspergere d’acqua benedetta la Torre,
sottrarla alla sua funzione originaria,
mutilarne l'effigie,
e mostrare tutta la potenza
del fulmine scagliato dal suo Dio,
per intimorire le creature più fragili
e mostrare la possanza del Signore
sulle oscure forze della Natura.


Con altri Maghi siamo saliti
fin sulla Torre edificata dagli Alchimisti
per distillare con la Luce,
sprigionata dal Fuoco del Cielo,
la pietra aurea
della Sapienza.

Esegesi del Numero 16: la Torre

Arcano Numero 16

Sullo sfondo s’intravedono Torri isolate di varia grandezza e foggia, sparse qua e là, che non sempre formano un complesso unitario, anche se alcune, per la collocazione, paiono corrispondersi ed avere qualcosa in comune.

In cielo nuvole cariche di pioggia minacciano un temporale imminente. In terra non si nota anima viva, come se tutti gli abitanti della terra si siano dati appuntamento in una delle tante torri sparse e queste abbiano il potere di calamitare l’interesse di tutti e costituire la grande attrazione da cui non ci si riesce a sottrarre.

Le torri paiono segregare gli umani, opprimerne la coscienza con il loro peso.

Alcune sono illuminate e si possono udire le Voci confuse, le risa e le urla degli occupanti,talora ubriachi di alcool e di droghe.

Altre paiono addormentate ed essere immerse in un sonno innaturale, provocato dai perversi piaceri che offrono.

Altre invece paiono respirare ed essere fatte di pietra viva, simile all’idolo, ed emettono un suono soave e suadente, come quello del canto delle Sirene, mescolato al tonfo costante e sfibrante della risacca del mare.

Queste ultime sono le più seducenti, ma già all’avvicinarsi provocano una strana metamorfosi corporale e psichica e possono fare perdere il senno per sempre.

Una torre più piccola rispetto alle altre, irregolare, sormontata da una terrazza coronata da sedici merli, richiama l’attenzione perché non ha finestre. Sia la porta - completamente d’oro, triangolare e provvista da una barra trasversale nel mezzo in modo da formare come una A maiuscola - che le pietre - su cui sono stati scolpiti numerosi simboli alchemici - alludono ad uno dei grandi sogni proibiti della ricerca alchemica: riuscire ad estrarre, in piccole quantità, l’oro contenuto nei metalli non preziosi.

Una porta siffatta obbliga chiunque voglia entrarvi a chinare il capo in segno di sottomissione e dedizione ai principi panteistici dell’Alchimia, secondo cui l’essenza divina non é esterna alle cose, ma sta condensata nelle varie forme viventi: minerali, vegetali ed animali.

Per questo l’Alchimia è praticata in segreto, entro una cerchia ristretta di iniziati. Il suo linguaggio misterioso ed oscuro la mette al riparo dall’ignoranza del volgo e dalla soffocante investigazione di tutte le Chiese, che fondano il loro potere sulla credenza popolare in un unico dio creatore, che veglia e fa prosperare i suoi figli.

Negando l’esistenza di dio nelle sue forme tradizionali più accreditate, l’Alchimia trova un suo spazio privilegiato ed inconfondibile in seno alla città che adora la natura in tutte le sue più svariate manifestazioni.

Torre



Penetrando nello stretto budello si comincia a salire su per i gradini della scala elicoidale. Si avverte un senso di mancanza d’aria, di progressivo soffocamento e non si vede l’ora di uscire all’aperto per respirare normalmente.

Passando per quella ‘turrita ascensione’, si opta per una ricerca densa di incognite, che ha come obiettivo precipuo la scoperta della rara Pietra Filosofale.

Certo l’unicità emblematica di questo strano manufatto, Tempio dell’Occulto, che pare disabitato ed incustodito, incuriosisce e non ci si può sottrarre dall’ esplorarlo, anche se, per la prima volta, si è presi da una profonda angoscia interiore.

Ogni Mago che entra nella Torre ha il netto presentimento che una catastrofe imminente, inevitabile, sta per abbattersi sulle mura turrite di un’altra città lontana, i cui abitanti invano hanno fatto tutto il possibile per tenervi lontano il Diavolo; il che è confermato anche dalla cabala, secondo cui la Torre attrae il Mago che esplora le Forze controllate dal Diavolo. 16 > 1 + 15

Solo dopo una lunga ed interminabile ascesa la Torre viene scalata con successo. Alla cima si arriva ad una terrazza attrezzata come un laboratorio di alchimia, con molte ampolle di vetro, alambicchi e fuochi per la distillazione.

Un uomo osserva con trepidazione il precipitato di un esperimento in corso e visibilmente confida di riuscire a captare l’energia liberata dai fulmini di un temporale che sta sopraggiungendo all’orizzonte.

Una saetta, catturata da un sofisticato marchingegno, produce la tanto sperata scarica, che potrebbe cambiare il corso della storia e riportare il Mondo alla mitica Età dell’Oro.

La catastrofe incombente e temuta però non avviene. Malgrado le pressioni dell’Inconscio e le paure, adesso tutto è chiaro.

Attenzione però perché qualcuno del Popolo degli Scriventi può raccontare che un potente Fulmine, scagliato dalla collera di Dio, si è abbattuto sui due indegni occupanti della Torre, che hanno osato violare le leggi della Natura e rammentare nella ‘coscienza collettiva’ la biblica Torre di Babele, simbolo dell’orgoglio umano che osa sfidare Dio. I due abitanti della Torre si badi non cadono a terra insieme alla parte superiore della costruzione, ma osservano soddisfatti l’esito del loro esperimento.

Il Fulmine è semplicemente una forza della natura che i due alchimisti cercano di porre al loro servizio.

1 > 6 = 16

L’Arcano della Torre contiene gli elementi magici del Numero 1 e la statica conflittualità dell’Innamorato. Un confronto avviene tra le magiche forze della natura e il solido fermo manufatto dell’uomo, ma il protagonista della Torre è indubbiamente l’uomo che modifica il paesaggio naturale e che cerca di utilizzare per i propri progetti alchemici le forze della natura come il Fulmine.

8 + 8 = 16

Diciamo subito che la stabilità e l’equilibrio che sono propri del Numero 8, si sono spostati dal piano giuridico - etico al piano fisico - architettonico. La Torre simboleggia infatti l’equilibrio trasferito nella materia.

Che questo equilibrio proprio del Numero 8 e della stessa Torre debba poi essere messo in pericolo da un Fulmine scagliato da Dio è puro e semplice vaneggiamento mistico e furore della fede di cui i revisori di ogni tempo sono pregni.

Nessun Fulmine cade dal cielo per volontà divina e diciamo che la probabilità che esso colpisca una Torre fino a farla crollare sono assai remote, ma esiste.

La Torre é un edificio costruito dall’uomo che, con tale gesto simbolico si pone fuori dallo Stato di Natura e sviluppa una Cultura fondata sulle competenze tecnologiche, sulla proprietà e la disuguaglianza.

Gli uomini che abitano la Torre e che possono avervi comunque accesso sono dei privilegiati in senso sociale, politico e culturale.

La Torre è il frutto di un progetto ambizioso: quello di controllare - attraverso le “operazioni alchemiche” - le forze insite nella Natura.

16 = 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11+12+13+14+15+16 = 136 = 1+3+6 = 10

La Natura del Numero 16 é più chiara se frazioniamo il numero alla luce della cabala e consideriamo le ‘valenze’ 1, 3 e 6 e il ‘riflesso’ 10.

Nella Torre si ha l’illusione di avere risolto le grandi contraddizioni dell’esistenza e di avere creato un edificio imperituro e solidissimo, ma ci si dimentica che anche la Torre é soggetta alla legge della Ruota che tutto trasforma. Spericolati avventurieri sono i progettisti della Torre, folli sono coloro che credono ciecamente in lei e vi affidano il proprio destino.

La Torre é un manufatto terreno che si protende arditamente verso il cielo, essa simboleggia tutte le Città della Terra, il paesaggio creato dall’uomo, la trasformazione e l’appropriazione della Natura.

Dopo l’Arcano del Diavolo abbiamo nei Tarocchi quattro percorsi cosmici poi seguiti dalla “deflagrazione cosmica” finale:

la Terra, intesa come pianeta abitato nel suo complesso e non come Elemento primordiale, costituisce il “primo percorso cosmico”, le Stelle costituiscono il “secondo percorso cosmico”,

la Luna costituisce il “terzo percorso cosmico”,

il Sole costituisce il “quarto percorso cosmico,

l’Apocalisse costituisce la “deflagrazione cosmica”.

La Torre é un progetto umano solidissimo che le “forze della natura” (un fulmine, un terremoto) potrebbero abbattere solamente per un Caso fortuito, in quanto il ‘tutto’ é indifferente alle umane sorti.

Al contrario chi intravede nel Mondo l’influenza della Provvidenza Divina, potrebbe a questo momento fatidico vedere un Fulmine, divino giudice, che si abbatte sulla Torre per punire l’orgoglio dei suoi abitanti e farli precipitare indifesi al suolo.

La Torre é dunque un Arcano che si presta, più degli altri, ad essere manipolato da chi propende per un “determinismo teologico”.

Progetto ardito di uno scienziato, matematico ed Alchimista, la Torre registra la ‘discesa’ dei Numeri nel mondo materiale. L’effetto dell’algebra sulla società é benefico e non si tratta affatto di gridare allo scandalo. Il vero progetto nasce sempre dall’equilibrio, ovvero dai Numeri, che in questo caso aiutano l’umanità a crescere nel benessere materiale.

1 + 15 = 16

2 + 14 = 16

3 + 13 = 16

4 + 12 = 16

5 + 11 = 16

6 + 10 = 16

7 + 9 = 16

8 + 8 = 16

La Torre unisce sempre numeri che hanno qualità che sono tra di loro antitetiche, che producono effetti tra loro contrari, ma che messi insieme in un certo senso riescono a trovare un equilibrio comune.

1 + 15 = 16

Cominciamo dal Mago che agisce in maniera spontanea con grande vitalità, il quale rifugge dalle oscure trame del Diavolo. Questa volta messi l’uno di fronte all’altro quasi si scambiano le proprie qualità e prerogative per dare vita ad un manufatto che non va visto come una forma inerte, ma come una creatura viva che è nello stesso tempo magica e diabolica, che può produrre incantamenti e ospitare esperimenti diabolici.

2 + 14 = 16

A sua volta anche la Vestale custode degli Arcani più misteriosi non è disposta a rivelare le sacre corrispondenze dell’Alchimista. Anzi la Vestale personifica l’essenza stessa del Dualismo Denso-Sottile, ma l’Alchimista riesce a mettere in moto una trasformazione, una metamorfosi vitale che scaturisce da quello stesso dualismo.

E’ stato già detto che la Torre è la sede propizia per ogni tipo di esperimento alchemico, per ogni meccanismo che voglia utilizzare le forze della natura tra loro in opposizione riconducibili ai principi cinesi dello yin e yang.

3 + 13 = 16

La stessa Dea che dà alla luce una creatura divina e quindi immortale non può che provare orrore di fronte alla Morte corporea a cui sono condannati tutti gli uomini. Ma sulla Torre sono possibili entrambi i percorsi: quello di una vita al di là dei confini biologici, e quello immediato di una morte che scaturisce da quelle stesse forze della natura che non si possono imbrigliare senza conoscerle intimamente.

4 + 12 = 16

I 4 Elementi fondamentali della vita indubbiamente costituiscono parte integrante fisica della stessa Torre ( 4 + 4 + 4 +4 = 16) e sono i costituenti attivi della sua struttura che è stata sacrificata nella staticità della materia di cui l’Appeso è simbolo passivo. Ebbene nella Torre confluiscono in pari grado la vitalità dei 4 Elementi e l’inerzia dell’Appeso che non si ribella, ma si lascia modellare e si erge immobile e grave nel suo silenzio, che si riflette nell’essenza stessa della Torre.

5 + 11 = 16

La Forza della Donzella traspare apertamente dalle sue mani, mentre la Quintessenza si cela nelle pieghe della materia. Ebbene la Torre emana una forza interiore che ne è anche la quintessenza. La sua Forza nello stesso tempo la si può toccare con mano, nei suoi costituenti, nei suoi mattoni, messi insieme con la perizia dei suoi costruttori, con la sapienza delle mani dei suoi operai.

6 + 10 = 16

L’Innamorato sappiamo che non riesce a risolvere il dualismo che lo attanaglia e lo immobilizza, mentre la Ruota del Divenire non smette mai di girare e di esperimentare tutte le possibili soluzioni. Ebbene la Torre è il frutto stesso di una libera scelta tra Cultura e Natura ed ospita sulla sua cima l’essenza stessa della ricerca, ma al tempo stesso si trova in una posizione di stallo, perché - al pari dell’Innamorato - non riesce a decidersi tra bene e male.

Sulla Torre sostano l’Innamorato e la Sfinge: il primo si interroga sul cammino da intraprendere; mentre la seconda interroga tutti coloro che sopraggiungono. Entrambi sono immobili, in piedi, come statue pietrificate, e il loro corpo assomiglia a quello di una Torre viva.

7 + 9 = 16

Sappiamo che il Carro riesce a superare i contrasti e che la sua vittoria esprime la presenza della Voce degli Dei e che l’Eremita se ne va senza posa alla ricerca della oscura verità; il manufatto Torre è esso stesso una luce che rischiara il cammino del viandante sperduto e la sua Voce è altrettanto possente e foriera di future vittorie.

Sulla Torre trovano quiete due essenze eternamente girovaganti: quella di Ermes e quella dell’Eremita. Uno si é avvalso, come mezzo di locomozione, del velocissimo Carro; l’altro é giunto a piedi, lentamente. Quello che entrambi cercano sta condensato nell’Arcano della Torre.

8 + 8 = 16

La Torre infine raddoppia l’essenza del Numero 8 che ha trasferito nel manufatto e nella materia l’equilibrio e l’incorruttibilità. La Torre è infatti esempio sublime di calcolo matematico e sfida il passare del tempo mantenendosi integra pur sotto la violenza degli agenti atmosferici.

Tutto questo è la Torre nel medesimo istante, per cui vale la pena ripetere ancora una volta la sequenza delle equivalenze cabalistiche e vedere la Torre come il riflesso dell’insieme delle equivalenze.

1 + 15 = 16

2 + 14 = 16

3 + 13 = 16

4 + 12 = 16

5 + 11 = 16

6 + 10 = 16

7 + 9 = 16

8 + 8 = 16

Sommando separatamente primo membro ed il primo termine e il secondo termine del secondo membro avremo:

36 + 92 = 128

(3 + 6) + ( 9 + 2) = 1 + 2+ 8

9 + 11 = 11

11 = 20

L’equivalenza - apparentemente paradossale - 11 = 20 - ci dice che la Forza della Torre durerà fino al sopraggiungere dell’Apocalisse. In altre parole la Torre crollerà solo negli istanti finali che precederanno l’avvento del Nuovo Mondo.

Il messaggio cabalistico è però ancora più profondo. Sarà la Forza a spalancare l’avvento dell’Apocalisse. Non propriamente la Forza della Donzella, bensì quella che scaturisce dalla struttura stessa della Torre, che ne è l’emanazione più diretta. E il Fulmine che compare all’orizzonte è puramente una forza della natura, non ha niente a che vedere con quest’altra Forza che è interiore alla Torre stessa.

La Torre si sgretolerà dal suo interno, da se medesima, non in virtù di agenti esterni e ciò determinerà l’avvento dell’Apocalisse.

Non sono forse 4 i biblici Cavalieri dell’Apocalisse?

E 4 + 4 + 4 + 4 non fa forse 16?

Quando i legami deboli che tengono uniti insieme i 4 Elementi fondamentali si saranno esauriti - ovvero quando la Forza della Torre si sarà esaurita ci sarà l’Apocalisse.

Se il secondo Arcano del primo ciclo, la Vestale compie un excursus che concerne la conoscenza scritta nei Libri e gelosamente custodita da una casta privilegiata che si riserva il diritto di gestire i modi e i tempi della conoscenza; se il secondo Arcano del secondo ciclo, l’Eremita, compie un excursus che riguarda la ricerca della conoscenza compiuta da un singolo individuo, fuori da ogni regola, non codificata, libera, in netta contrapposizione con quella gestita dalla Vestale da cui invece scaturisce ogni forma di potere; il terzo Arcano del terzo ciclo ha sempre per oggetto la conoscenza estesa, intesa come tecnica, come scienza, come ‘filosofia dei numeri’, come alchimia.

 

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