Arcani Maggiori

I 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. Significato psicologico, Interpretazione e Significato.

L’ Arcano Numero 8 - La Giustizia

Il giusto equilibrio è simboleggiato
dal Pentacolo d’Oro
pendente dal collo degli alati custodi
del Tempio.

I Giudici sono otto
e rappresentano l'ordine antico
e violato.

I tribunali dell'Inquisizione
sono figli di Satana.

Essi applicano il Verbo del Dio del Male.

Segregano la diversità,
reprimono la fantasia,
alimentano la disuguaglianza,
legalizzano i privilegi,
rafforzano l'ignoranza,
emanano sentenze di morte
per i profeti del Nuovo Mondo.

Ci sono contrade ove l'uomo misero
vive schiavo di un suo simile,
più ricco e fortunato.

Ci sono città, ove i tutori della legge
torturano i deboli, depredandoli di ogni bene
e tollerano le violenze dei più forti.

Ci sono paesi, dove la tua vita
non vale un soldo,
se non sei protetto dalle persone
influenti che abitano quella regione.

Ci sono luoghi ove i poveri
accattano nella immondizia
dei ricchi e ringraziano Dio
per essersi così sfamati.

Ci sono sentieri dove
i cavalieri ti calpestano
coi zoccoli duri del loro cavallo
solo perché sei un semplice fante.

Ci sono sacerdoti che alimentano
la sottomissione nel nome del Signore
e banchettano alla mense dei ricchi
mentre il popolo muore di fame.

Ci sono Libri, dichiarati Sacri,
che non puoi mettere in discussione,
su cui una casta privilegiata
ha instaurato la sua incrollabile Chiesa.

Ci sono Mercenari
che, in nome della Giustizia,
ti condannano a qualunque tipo di pena
solamente perché sei uno schiavo senza diritti.

Ci sono Regni che nascondono tutti questi orrori
con un indecoroso silenzio
e mantengono relazioni economiche lucrose
colle terre del Peccato

Qui, nelle regioni bagnate dal Grande mare,
e là, oltre le Colonne d’Ercole,
governano caste di falsi profeti,
unti nel nome del Signore,
che hanno esiliato la Giustizia
che ora guida la diaspora
dei Catari perseguitati.

Esegesi del Numero 8
L’Equilibrio.

Colei che amministra la Giustizia per i lineamenti delicati ha tutta l’aria di essere una donna, ma la sua espressione austera e pensosa, non lascia trasparire le tipiche qualità femminili ed emana un grande equilibrio interiore. Otto colonne fanno da cornice al piccolo anfiteatro semicircolare, provvisto di scranni scavati nella pietra, che ospita il pubblico dibattimento. Al centro sta un basamento sul quale poggia un trono ottagonale e su cui è scolpita la frase: “l’equilibrio sta alle fondamenta della Grande Opera”.

Alla vetta del colle si accede attraverso un sentiero che si snoda entro una quadruplice fila di alberi che lo costeggiano da entrambi i lati e che richiamano visibilmente il Numero 8. La vegetazione, disposta come una specie di cornice naturale, inghirlanda il colle rendendolo ameno e costringe i convenuti al giudizio ad incamminarsi in un mistico percorso purificatore.

Temi avanza maestosamente verso il suo trono, mentre otto gazze sorreggono col becco il suo ampio mantello. Una colomba svolazzante la precede e stringe invece col becco uno strano pentacolo. Da una zampa dell’uccello pende un nastro azzurro entro cui sono infilate le otto unità che separatamente compongono l’emblema cruciforme della Giustizia.

Prima di sistemarsi sul trono Temi solleva in aria la mano destra per accogliere in grembo la colomba svolazzante. Poi, con la massima delicatezza, prende dal suo becco il Pentacolo d’oro e lo pone delicatamente al collo, come a volersi investire di tutti i poteri ivi condensati. Successivamente, sfilando dalla zampa dell’uccello il nastro, lascia cadere al suolo gli otto cerchi che vi sono infilati. Infine, ad un suo cenno, ciascuna delle otto gazze raccoglie da terra una delle forme geometriche e vola via per andarsi a posare su qualche albero.

L’atmosfera è solenne e i convenuti, che seguono in fila indiana, prendono posto sugli scranni in silenzio, nel massimo rispetto del cerimoniale; solamente dopo Temi, solleva in aria la Bilancia d’oro, che sta sempre poggiata, in sua assenza, sul trono ed è il simbolo della sua funzione.

Poi con queste parole annuncia l’inizio del dibattimento: - Questo Pentacolo può essere girato da qualsiasi verso, ma il suo aspetto non cambia. Infatti solo la Giustizia può esaminare una questione da molteplici punti di vista e giungere sempre alla medesima conclusione, senza cadere nella spirale del relativismo. Il Pentacolo nasce dalla fusione di sole figure geometriche elementari: otto cerchi, tangenti due a due, formanti quattro otto: unico numero che rovesciato é uguale a se stesso. L’otto coricato indica il simbolo matematico dell’infinito. Segno che la Giustizia sa valutare tutte le possibilità e non cade mai in contraddizione, ma dà sempre lo stesso verdetto. Il perfetto equilibrio sta nel centro ove è condensata l’essenza del numero Otto che tiene unito insieme l'Emblema della Giustizia.

Grazie a questo Pentacolo posso giudicare con il massimo distacco. Ogni verdetto infatti deve sempre essere confermato dalla vista acutissima dei miei fidi compagni alati: i giudici. Io ascolto i fatti e la sola Voce degli imputati. Gli occhi imparziali dei giudici osservano nel fondo delle loro emozioni. Se io posso essere ingannata dalle parole, nulla si può nascondere alla vista acuta delle Gazze preposte a vigilare sulla Giustizia. Solo se queste ricostruiranno l’unità del pentacolo testé frammentato, dinanzi a questo trono, il mio verdetto sarà confermato. In caso contrario prevarrà il loro dissenso.”



La procedura del Giudizio piuttosto elaborata sta ad indicare la sostanziale complessità di ogni procedimento giuridico, che rischia sempre di essere vanificato e condizionato da molteplici fattori di disturbo. Per questo mostra un Tribunale misto, dove creature non umane, non corruttibili ed influenzabili, esercitano il potere decisionale in prima persona e collaborano con Temi che non vede neppure in faccia l’imputato per non essere influenzata dal suo sguardo, quasi per proteggersi da oscure forze che in qualche maniera potrebbero condizionarla.

Il ‘pentacolo’ d’oro, emblema e sigillo della giustizia, ha il potere di allontanare le forze occulte negative e garantisce alla persona che l’indossa una protezione speciale.

Il pentacolo dell’ Equilibrio illustra la natura del Numero 8 e quindi evoca direttamente gli attributi che gli sono propri.

Innanzi tutto il Numero 8 è l’unico numero che capovolto non muta la sua forma e la sua natura e conserva un suo equilibrio anche grafico. Inoltre il Numero 8, se coricato, assomiglia al simbolo matematico dell’Infinito.

L’Infinito nella cabala ebraica è tutto ciò che non può essere compreso dal pensiero, ovvero il ‘deus absconditus’, che in ebraico è detto ‘en-sof’, ovvero ineffabile.

Il Numero 8 è dunque l’unico numero che partecipa dell’essenza misteriosa del Dio-ineffabile, del Demiurgo-essenza da cui scaturisce l'organizzazione del Mondo alle cui fondamenta sta l'Equilibrio.

1 + 7 = 8

L’ Equilibrio è Uno soltanto ed è la diretta emanazione del Numero 7, l’obiettivo prioritario del Carro: far trionfare le Virtù di cui è simbolo.

L’ Equilibrio è la condizione originaria della persona, vede protagonista il Mago con tutte le sue potenzialità, come la carta Numero 1 all’inizio del gioco della vita. E il Mago deve mettersi in relazione con gli Dei, gli autori del progetto originario per approdare all’ Equilibrio.

2 + 6 = 8

L’ Equilibrio è l’unica virtù che ci consente di avere accesso al Tempio della Conoscenza con animo puro e di potere cogliere nella natura stessa di ogni tipo di dualismo ed evolvere i contrasti verso una serena composizione.

L’Equilibrio soltanto consente all’Innamorato di scegliere: di fronte a lui stanno le due donne, simbolo delle due possibili vie che si possono percorrere verso la conquista del proprio benessere interiore.

L’Equilibrio rende attivi due Arcani statici, illumina il Saggio e guida l’Innamorato.

3 + 5 = 8

L’ Equilibrio è una prerogativa propria della Dea del Cielo che, in qualche maniera, interviene sulla Quintessenza e riesce ad appropriarsene. E’ la Dea che operando sulla Quintessenza depurata, riesce in prospettiva a recuperare l’Equilibrio originario, compromesso dal Peccato.

4 + 4 = 8

L’Equilibrio scaturisce direttamente dalle prerogative dell’Imperatore che abbia pieno controllo delle 4 Virtù Ermetiche.

L’ Equilibrio ricalca i 4 Elementi fondamentali a cui solitamente si associano le 4 Virtù Ermetiche.

Gli Elementi sono nell’ordine il Fuoco, la Terra, l’Aria e l’Acqua; a questi corrisponde rispettivamente il volere, il tacere, l’osare e il sapere.

Il Saggio che “sa volere” deve richiamarsi alla natura del Fuoco.

Il Saggio che “sa tacere” deve richiamarsi alla natura della Terra.

Il Saggio che “sa osare” deve richiamarsi alla natura dell’Aria.

Il Saggio che “sa di sapere” deve richiamarsi alla natura dell’Acqua. In un organismo Fuoco, Terra, Aria ed Acqua sono in perfetto equilibrio. Nella psiche del Saggio anche volere, tacere, osare e sapere sono in Equilibrio. E così che macrocosmo e microcosmo si corrispondono.

Fuoco e Aria sono elementi attivi, come volere ed osare.

Terra e Acqua sono elementi passivi, come tacere e sapere innato, originario. Dunque l’Equilibrio non può che essere per metà attivo e per metà passivo.

8 = 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 = 36 = 3 + 6 = 9

L’equivalenza cabalistica ci mostra che il Numero 8, facendo sue le ‘valenze’ del Tre e del Sei, ‘riflette’ la sua energia nel Nove; il che significa che l’ Equilibrio riuscirà a fare Luce sulle contraddizioni, a far trionfare il “cammino del bene” sul “cammino del male” e consentirà al Figlio delle Stelle di annunciare la venuta del Nuovo Mondo.

La proposta ideale del Regno della Giustizia, imparziale ed eguale per tutti, ridisegna la società nel suo complesso e ci porta a parlare dello ‘ius naturalis’.

Il diritto naturale non è scritto da nessuna parte, non è sancito da nessuna legge umana e neppure può essere abrogato o modificato; esso scaturisce dalla natura stessa delle cose e riflette come in uno specchio i quattro Elementi fondamentali della materia vivente:

all’Aria corrisponde la Libertà di movimento sul territorio e sull’intero globo, per cui ogni impedimento alla libera circolazione delle creature è da considerarsi una violazione di un diritto naturale;

all’Acqua corrisponde la comunione delle risorse naturali esistenti, come acqua, frutti degli alberi e prodotti del suolo , il “concetto di proprietà” di una porzione di territorio superiore a quella necessaria per la propria sopravvivenza naturale è da considerarsi un abuso;

alla Terra corrisponde la proprietà comune del suolo sul quale ogni creatura può erigere la propria casa e lavorare il proprio orto; la proprietà privata è una violazione ed un disconoscimento di un elementare diritto naturale;

al Fuoco corrisponde il “diritto alla vita”, per cui nessuna creatura deve uccidere un altro essere, imprigionarlo, costringerlo a lavorare per lui, ad accettare il proprio credo, né obbligarlo a prendere in mano le armi e a combattere una guerra non sua.

Il Regno della Giustizia comporta il ripristino dei diritti naturali offesi ed implica ovviamente un disconoscimento dei valori ‘culturali’ esistenti oggi e un sovvertimento dell’ordine costituito, senza concessioni di sorta.

L’Arcano dell’Equilibrio inaugura il secondo ciclo dei Tarocchi e si trova idealmente in diretta corrispondenza con L’Arcano del Mago. Se il primo Arcano del primo ciclo, il Mago simboleggia il Demiurgo che mescola i 4 Elementi fondamentali e dà loro equilibrio – e quindi possiamo assimilare il Mago all’equilibrio originario; il primo Arcano del secondo ciclo, la Giustizia racconta le forme concrete dell’equilibrio nel mondo, in seguito all’uscita dell’uomo dallo stato di natura ed esprime l’essenza stessa dell’equilibrio infranto, umiliato ed offeso nella quotidianità.

 

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