I 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. Significato psicologico, Interpretazione e Significato.
I molti aspirano alla ricchezza
e ostentano lusso e superbia,
ma naufragano nell’abisso del nulla.
I pochi meditano
sulle trasformazioni
rese possibili dall’Alchimia
e dopo aver accompagnato la discesa
dei granelli sparsi
sul fondo della clessidra,
ne risalgono trasfigurati
perché hanno saputo attingere
dall’arido suolo
la sapienza dell’arcobaleno
e sono riusciti a fondere insieme
la natura prodigiosa del Mago
con i 4 elementi fondamentali della Vita
condensati entro un alambicco.
Distillato a fatica
nel grande mortaio
l’Oro dell’Alchimista
restituisce al denso il soffio dell’etereo
e rende possibile la più sublime
delle metamorfosi:
il ritorno alla perduta unità originaria.
E’ questo il messaggio
dell’ Arcano Numero 14:
ripristinare l’equilibrio, infranto
quando gli Dei abbandonarono
il paradiso terrestre
e lasciarono a Satana il pieno dominio
di una materia malata e mortale.
O Fratelli
non lasciamoci soffocare dai granelli di sabbia
ma risaliamo con forza
alle riviere di luce.
Il volto dell’Alchimista non denota né gli anni, né caratteristiche sessuali precise. Il corpo è avvolto da una bianca tunica leggerissima. Sul petto sta un diadema particolare: due fasci di luce iridescente, elicoidali, si muovono in due direzioni differenti, dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto e avvolgono una pietra prismatica a 14 facce, tenendola sospesa in aria.
La mano destra sostiene una brocca d’oro, inclinata verso il basso, dalla quale fuoriesce un liquido composto dai sette colori dell’arcobaleno, che va a cadere in un’anfora sottostante di rame, sorretta dalla mano sinistra.
I sette colori dell’iride fluenti entro le due anfore richiamano idealmente anche nel movimento e nella sostanza i due fasci luminosi del diadema.
L’operazione di travaso è fatta con maestria, tanto che nessuna goccia del prezioso liquido va dispersa. Il liquido raggiante pare inesauribile e i colori dell’iride, nel penetrare nel recipiente inferiore, perdono un poco del loro splendore e paiono più opachi.
Ai piedi dell’Alchimista scorre una corrente cristallina che sembra nascere dalle sue stesse piante dei piedi. Questa benefica fonte va ad intridere un suolo riarso dall’ardore del sole.
Il corpo dell’ Alchimista, benché poggiato sulla terraferma, pare leggero e dà l’impressione di librarsi nell’aria.
Visto più da vicino il liquido è in realtà energia sottile che si trasforma in materia densa, la quale poi si tramuta di nuovo in energia. Il processo è reversibile, perché il flusso dall’anfora d’argento risale a quella d’oro.
L’Alchimista sta illustrando, in maniera simbolica e visiva, il processo preposto alla materializzazione che genera il denso dal sottile e il processo successivo, assimilabile alla ascesi mistica del saggio, che ritrasforma il denso in sottile. L’intero processo avviene sotto l’influsso benefico della pietra che muta continuamente di colore.
1 > 4 = 14
L’Alchimista, mostra la cabala, nasce dalla perfetta fusione della natura del Mago che riesce a manipolare i 4 Elementi fondamentali grazie anche al possesso delle 4 Virtù ermetiche del Saggio.
Quando il Mago riesce a ricondurre all’unità originaria i 4 Elementi fondamentali avremo inteso l’operazione che si prefigge l’Alchimista: riportare il denso , riconducibile al Numero 4, al sottile, riconducibile al Numero 1.
14 = 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11+12+13+14 = 105 = 1+0 + 5 = 6
L’equivalenza mostra che l’Alchimista partecipa della valenza del Numero 1, dello Zero e del Numero 5, per poi riflettersi nel Numero 6, ossia agisce sulla staticità dei contrasti esistenti con i poteri propri del Mago capace di compiere quel prodigio incredibile che é la liberazione della Quintessenza. Tale processo magico avviene a ridosso dello Zero e non può essere analizzato su basi logiche, perché il Folle è per sua natura ineffabile e sfugge ad ogni regola e catalogazione.
L’Alchimista trova il suo Numero riflesso nella stasi cronica dell’Innamorato che riesce ad assimilare e sviluppare e a potenziare fino a farne scaturire una preziosa trasformazione.
Secondo la Cabala il Numero 14 si riflette nel Numero 6. Scomponiamo i Numeri 14 e 6 rispettivamente nelle due polarità: 7 e 3. Sappiamo infatti che visivamente l’Innamorato si trova di fronte a due donne e l’Alchimista deve operare con due brocche.
14 = 7 + 7
6 = 3 + 3
Sommando separatamente i valori del primo e del secondo membro avremo:
20 = 10 +10
I due processi assommati danno vita a due forme di Divenire: l’una espressa da una Ruota di segno positivo e l’altra espressa da una Ruota di segno negativo. Questa due Ruote spalancano le porte dell’Apocalisse: individuata dal Numero 20.
L’Arcano dell’ Alchimista indica uno stato di equilibrio interiore, di poteri mentali propri del saggio che riesce a liberarsi da solo, senza l’aiuto di fattori esterni, dell’involucro corporale e attinge la perfetta ‘atarassia’ degli Dei sereni ed immortali.
Il Numero 7 condensa la generazione del denso, emanazione degli Dei; grazie all’Alchimista il Denso ritorna al Sottile e risale fino alle origini. Il Numero 14 illustra il processo per intero: la materializzazione e la sublimazione, sottolineandone la reversibilità.
1 + 13 = 14
Il punto di partenza di ogni trasformazione è riconducibile ai poteri del Mago di agire sui 4 Elementi fondamentali. L’Alchimista per operare deve innanzi tutto fare suoi i poteri del Mago per affrontare la Morte corporale in maniera consapevole ed essere preparato al distacco nel modo più naturale possibile. L’Alchimista è impegnato in una grande trasformazione degna del migliore illusionista e lavora per approdare ad una ‘dolce Morte’ e rendere possibile il ritorno del Denso al Sottile.
2 + 12 = 14
I Dualismi debbono essere assimilati in maniera positiva e costruttiva e lo stessa sublimazione del Sacrificio dell’Appeso costituiscono parte integrante del laborioso lavoro alchemico.
L’Alchimista non opera in maniera ‘miracolosa’, deve passare lui stesso attraverso la ricerca dell’Appeso e dedicarsi alla causa con Sacrificio, per trasformare la propria Natura imperfetta, liberarla dalle contraddizioni e riuscire a penetrare nel Tempio della Conoscenza per svelarne tutti i misteri.
3 + 11 = 14
La Dea del Cielo conosce perfettamente il processo che trasferisce il sottile nel denso. L’esperimento alchemico non prescinde dalla Forza della Donzella, dall’energia racchiusa nel Corpo, anzi la incanala, la dirige verso la più sublime delle trasformazioni: il ritorno del denso alle proprie origini.
4 + 10 = 14
I 4 Elementi fondamentali vengono messi in movimento, come fa la Ruota del Divenire. L’essenza del procedimento alchemico sta tutta qui nel riuscire ad imprimere agli Elementi la giusta rotazione, sia per quanto riguarda la direzione, sia per quanto riguarda la velocità.
L’Alchimista domina perfettamente le 4 Virtù Ermetiche, controlla i 4 Elementi fondamentali della vita e può intervenire sulla Ruota del Divenire, operando la più mirabile delle ‘trasformazioni’.
5 + 9 = 14
La Quintessenza non si lascia intendere facilmente: questo è il compito della ricerca costante dell’Eremita che grazie alla sua nobile ed inestinguibile facella può illuminarla. Ebbene la sintesi di questo percorso è incarnata dall’Alchimista che capta e incanala la ‘Quintessenza’ e la libera, la fa fluire in maniera naturale e spontanea.
6 + 8 = 14
L’Innamorato per potere uscire dalla propria stasi interiore deve attingere l’Equilibrio, deve conquistare la propria serenità interiore, non deve essere turbato da nessuna tentazione. L’Alchimista conosce le varie vie possibili, non si isola dal Mondo perché ha fatto esperienza, perché ha attraversato il turbamento, l’esitazione dell’Innamorato ed è riuscito ad uscire indenne da quella ardua prova e a fortificare il proprio intelletto. L’Alchimista ricostruisce un nuovo essere su basi armoniche, dandogli la possibilità di intravedere il cammino da seguire.
7 + 7 = 14
Il messaggio dell’Arcano Numero 14 è affidato alla sapienza degli Dei che conoscono la natura più profonda delle cose. Non possiamo da soli, nutrendoci dei soli Libri Sacri partoriti dagli ‘scriventi’, approdare alla luce benefica dell’Alchimista. Dobbiamo risalire alle nostre origini, ripercorrere le tappe del ‘peccato originario’, svincolarci dai condizionamenti delle varie culture, delle varie fedi, ripartire da zero, rifondare completamente la sapienza. L’Alchimista soltanto – grazie alla mediazione degli Dei – è capace di ripristinare l’equilibrio originario infranto. Nell’Alchimista riconosciamo un inviato degli Dei, che ci illustra la via della redenzione e della salvezza eterna.
L’Alchimista cerca di studiare ed utilizzare le forze della Natura; solitamente è abituato ad operare da solo, o è circondato da una cerchia ristretta di iniziati. Tra i molti obiettivi che si prefigge con i suoi esperimenti l’Alchimista aspira sostanzialmente ad un superamento della Morte corporea e a rinascere mentalmente su di un altro piano.
L’Oro alchemico che tende a generare non è paragonabile a qualsiasi altra pepita che si incontra nel suolo, ma ad una Forza interiore capace di rigenerare l’Uomo dal suo Peccato originario.
La brocche che l’Alchimista tiene in mano visualizzano i suoi esperimenti. Innanzitutto più che un liquido, dalla brocche fuoriesce un’energia luminosa, iridescente che ci riporta alla natura del Numero 7.
L’Alchimista tende ad assimilare e a consolidare la natura del Numero 7: perfetta sintesi degli opposti. Nel corso del travaso prodigioso nemmeno una goccia del liquido cade in terra. Sembra di assistere ad un esperimento che visualizza e verifica il principio fondamentale della trasformazione, secondo cui ”il sottile genera il denso e il denso ritorna al sottile”.
La grande scommessa dell’ Alchimista è quella di utilizzare le forze insite nei 4 Elementi fondamentali e di produrre una trasformazione che ripristini il ritorno allo stato originario, al momento che precede la genesi del Numero 1.
La presenza dell’Alchimista è sempre benevola. Essa denota un mutamento abbastanza graduale e indolore, un miglioramento in genere di una situazione sfavorevole. La sua comparsa dopo l’Arcano della Morte ne annulla gli effetti traumatici e devastanti e prospetta comunque una guarigione graduale, una forma di sopravvivenza.
Di solito la persona che riesce a far sue le prerogative dell’Alchimista è paziente, meticolosa, volenterosa, sensibile, abbastanza tranquilla e sicura di sé, in grado di compiere azioni non ordinarie, decisamente uno sperimentatore attento, dotato di carattere, un intuitivo poco riconducibile a colui che si lascia facilmente condizionare dai comportamenti usuali e consolidati.
Se il settimo Arcano del primo ciclo, il Carro annuncia l’avvento sulla Terra degli Dei artefici dell’Equilibrio originario; il settimo Arcano del secondo ciclo, l’Alchimista, mostra il processo che riconduce il denso al sottile e tende a ricostruire l’equilibrio originario infranto dal peccato di Adamo.
Pubblicizza la tua Attività su questo sito Compila il MODULO online
© 2016 - E’ severamente vietato copiare e/o riprodurre il testo presente in questa pagina anche in minima parte in quanto coperto da copyright.
Saranno intraprese azioni legali verso ogni illecito.