I 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. Significato psicologico, Interpretazione e Significato.
“ O Creatura celeste, venuta
per dare alla luce il Figlio delle Stelle.
O Dea smagliante di antico splendore.
O Genitrice pregna ed ansimante,
protesa a risalire le dune,
uscita dalle acque del mare.
O generosa Donna, abbracciata
dal grande padre Oceano,
fecondata dall'Albume cosmico.
O Regina del Cielo,
noi spettatori
del tuo concepimento miracoloso
ad opera del filamento della Vita,
- quell'energia sottile che discende dalle Stelle
e viene filtrata ed assorbita dal mare
che la dispensa abbondante -
ti cantiamo e ti celebriamo.v
O Vergine Madre,
noi, tuoi devoti discepoli,
per le vie del Mondo
andiamo ad annunciare
l'Avvento di Colei che mostrerà
il volto nascosto del demone malefico
che si nasconde.
Insieme al Figlio delle Stelle,
Noi Catari ripristineremo l'originario equilibrio,
spalancheremo le Porte del Paradiso,
e mostreremo la soave nudità del tuo corpo
che non conosce l'avvilimento della vecchiaia.
Noi, figli devoti degli Dei,
siamo come le foglie
mosse dal vento,
e siamo il vento, che riposa
sotto i chiostri del Tempo,
siamo i poeti del Mondo Nuovo,
i pietosi figli dei Catari,
sparsi per il Mondo,
alla ricerca di un paese innocente.”
Sotto forma mitica l’Arcano allude al tema dell’incarnazione, della gestazione e della nascita di una nuova creatura. La Dea, coronata da un diadema di stelle, esce gravida dalle acque del mare, rammenta la mitica Venere ed indica il ruolo primario che la Donna esercita nel trasmettere la vita, oltre che tutto il fascino della bellezza femminile.
Per tre volte attiva la Dea è in piedi, cammina e trasmette la vita.
Il capo della Dea è cinto da una corona, sulla cui punte sono poggiate tre stelle; la sua mano destra assicura uno scettro: uno scudo triangolare, entro il quale volteggia una piccola aquila, che rammenta i poteri della Dea, che, in virtù delle ampie ali di cui è dotata, può muoversi liberamente nel firmamento e sul Globo terrestre.
Solamente la Dea è in grado di assimilare e trasformare la preziosa energia contenuta nei corpi astrali e di dispensarla alle creature mortali che ne bisognano e la meritano. Se incarna tutte le potenzialità del Cielo, non è estranea alle vibrazioni dei corpi terreni e ciò le consente di armonizzare il sottile con il denso. Pertanto svolge una funzione di mediazione tra il piano astrale e quello materiale, mantiene i legami tra Cielo e Terra.
Ha deciso di lasciare i lidi di luce per immergersi nei flutti del mare: grande creatura acquosa che unicamente sa alimentarsi, inglobare e riflettere tutte le energie emanate dagli astri del firmamento. Le vitalissime facelle astrali penetrano nelle viscere acquose e fecondano la spuma del mare.
La Dea si è lasciata irrorare. Questa temporanea incarnazione nel Mondo le ha fatto perdere gran parte dei suoi attributi divini: le acque hanno dissolto la corona, lo scettro e le ali, ma in cambio hanno reso possibile una nuova vita. Dell’antico splendore conserva le bionde chiome, lunghe e fluenti, che hanno il riflesso dello splendore del sole, mentre gli occhi sono ancora splendenti come due gemme di smeraldo.
I venti sospingono le acque dell’Oceano sul litorale; altissime dune di sabbia ne sbarrano il passo e indicano là dove comincia il dominio della terra. Sta risalendo lentamente il versante marino della bianca duna, un poco affaticata dal peso del corpo che affonda nella sabbia. La sua bellezza non è andata svanita. La tunica azzurra luminosissima, che avvolge la sua già visibile gravidanza, la rendono ancora più desiderabile.
Il Numero 3 viene considerato il numero perfetto per eccellenza, in quanto consente il superamento dei dualismi antecedenti in una sintesi superiore e sublime.
La Dea si fa Donna, si incarna, passa dal Sottile al Denso e quindi perde alcuni dei suoi attributi divini che le sono serviti per concepire una creatura e che verranno riacquistati solamente dopo aver dato alla luce il Figlio delle Stelle. Siamo tutti Figli delle Stelle, nel senso che il filamento genetico è il frutto di una sapiente programmazione estranea al Caso e codificata dagli Dei, o essenze.
Ciò che non è visibile nell’Arcano è altrettanto se non più importante di quello che esso mostra. Il virtuoso processo che genera il Figlio delle Stelle testimonia che il Mondo non è stato lasciato in balia del Male, ma che la nascita di un emissario degli Dei è sempre possibile.
Ovviamente il Dio del Male questo lo sa perfettamente ed è costretto anche per questo a mimetizzarsi, a presentare la sua faccia buona e a diffidare di qualsiasi uomo riesca ad accostarsi a lui.
Nel timore di essere scoperto il Male mostra soltanto il lato buono e costruisce la sua maschera migliore, ma è proprio l’ansia stessa, il timore di essere scoperto a generare una sorta di sospetto eterno e di conflittualità permanente.
La caccia all’eretico, al diverso non è che una tappa di questo silenzioso conflitto che viene combattuto con mille astuzie e camuffamenti da parte del Dio delle Tenebre contro l’avvento del Figlio delle Stelle, la cui azione spalancherà le porte all’Apocalisse che vedrà il trionfo del Bene sulla Bestia.
La trasformazione delle energie sottili in materia organizzata costituiscono uno dei grandi Misteri a cui i Tarocchi alludono in maniera evidente proponendo una visione del Mondo politeistica e non monoteistica.
Il flusso energetico maschile attivo delle Stelle è stato raccolto dal corpo femminile, dal disponibile recipiente della Dea, che nel proprio Figlio trasfonde tutte le proprie qualità.
Concepimento, gestazione e parto sono tre operazioni impossibili senza l’auspicio degli Dei propizi.
La Triade - Stelle, Dea, Figlio - trova una sua visualizzazione nella figura geometrica del triangolo che delimita uno spazio chiuso.
La Dea gravida va vista come una figura altamente positiva, perché è dotata di un grande Amore verso tutte le creature, possiede doti spirituali, nonché belle forme corporee.
L’Arcano della Dea indica una gravidanza certa, imminente, la nascita comunque di qualcosa di importante in un futuro prossimo. Di solito apre la strada ad un progetto a lungo coltivato e che giungerà a buon esito, perché i flussi astrali sono sostanzialmente benefici.
L’Amore di questa Dea Venere, nata dalla spuma del mare, può assumere tutte le tonalità: da quello filiale, a quello più carnale.
L’Amore della Dea è trasparente, solare, cristallino, puro, naturale, per nulla viziato da complicazioni intellettuali. E’ attrazione fisica spontanea, amore a prima vista, senza secondi fini, esente da limitazioni religiose e culturali. L’Amore della Dea è spontaneo, primitivo e non conosce Tabù.
La Dea immacolata ignora il Peccato di Adamo e la sua nudità è innocente.
La Dea non sa cosa sia il pudore, perché non ha nulla da nascondere. Se la Vestale è depositaria di una Conoscenza prodotta artificialmente, la Dea è depositaria di un “Sapienza naturale”, che non è velata, o nascosta, ma sta di fronte agli occhi di tutti quelli che intendono‘vedere.
Non è casuale che la Dea ostenti felice e soddisfatta la propria gravidanza. Sarà in grado di partorire sorridendo e senza provare dolore. Solo dei fattori esterni negativi potranno inquinare la sua gioia e mettere in pericolo la gravidanza.
La Dea nel Mondo scopre la propria fragilità di donna e sente il bisogno di protezione e di Amore.
3 = 1 + 2 + 3 = 6
Secondo la Cabala il Numero 3 si riflette nel Numero 6.
Uno é l’Amore, che presenta Due facce e la Dea le vive entrambe in maniera naturale, le sintetizza, essendo la personificazione del Numero Tre. Nella Dea l’Amore è completo, totale e non conosce limitazioni o restrizioni. A sua volta l’Amore quando si applica nella realtà, quando si trova ad esistere nel quotidiano subisce una ulteriore dicotomia e presenta le due facce dell’Innamorato: l’Amore Sacro e l’Amore Profano, visualizzati dal Numero 6.
La Dea, contrariamente all’Innamorato, non vive l’Amore in maniera conflittuale, non rinnega la propria condizione umana. Per questo il suo Amore non é solo ideale, puro, divino, ma anche amplesso carnale, senza limitazioni. La Dea ci illustra i caratteri complessi dell’Amore e bandisce sia il casto misticismo degli asceti, quanto gli amplessi meccanici, senza trasporto.
Solo la Dea del Cielo è in grado di assicurarci una “Sapienza pura”, non viziata dalle ambivalenze della Vestale, non controllata dall’Occhio vigile dell’Inconscio. Non a caso la Visione dell’Arcano Numero 3 si estrinseca in una specie di litania, di preghiera attraversata da un brivido di blasfema religiosità, intrisa di peccato e di innocenza.
1 + 2 = 3
L’analisi cabalistica del Numero 3 mostra la sua natura prodigiosa, divina, primordiale, che è propria del Numero 1, ma anche la Dualità spirito-corpo che è propria della Vestale, il Numero 2. La Dea può con i poteri propri del Mago far parlare la Vestale, spalancare le Porte del Tempio della Conoscenza. La grande rivelazione della Dea consiste nello smascherare la ‘proibizione originaria dell’Incesto’, che é stata codificata allo scopo di fare uscire l’Uomo dallo Stato di Natura.
La Natura non conosce il Tabù dell’Incesto.
La violazione del Tabù dell’Incesto è riservata, secondo la mitologia, alla drammatica figura di Edipo che quando scopre il connubio con la propria madre Giocasta si acceca per la disperazione.
Edipo perviene all’Incesto in maniera inconsapevole, ma non per questo si esime dall’autocondanna. Nel pensiero collettivo dunque l’Incesto è condannato dagli uomini e dagli scriventi e la proibizione è stata amplificata attraverso i secoli. Possiamo ragionevolmente supporre che l’Incesto - inteso come proibizione originaria - abbia impedito ogni tipo di esternazione naturale dell’Amore e fatto uscire l’Uomo dallo Stato di Natura, ovvero da quella condizione primordiale che avrebbe consentito alla creatura umana una libera evoluzione in un contesto di eguali.
La volontà di Potenza dell’Uomo discende dall’abbandono dello Stato di Natura e questo è stato possibile solamente attraverso la proibizione dell’Incesto.
Il corrispettivo geometrico del Numero 3 è il triangolo con la punta rivolta verso il basso. Esso indica il processo di incarnazione, il passaggio dal Sottile al Denso, la materializzazione in un organismo la cui durata nel tempo è limitata.
Il Figlio delle Stelle è visibilmente il simbolo e il mistero dell’incarnazione dell’essenza in un progetto Mondo alterato e compromesso dall’oscura presenza del Male.
Dunque il Figlio delle Stelle, quale voce silenziosa degli Dei che si fanno carne, costituisce una perenne minaccia per il Male, una sorta di Spada di Damocle al suo progetto ambizioso di dominio del Mondo.
Che vi siano state delle incarnazioni degli Dei nel corso della storia è plausibile. Socrate verosimilmente è stato uno di loro, ma solamente l’ultima incarnazione, in concomitanza con l’avvento dell’Apocalisse, sarà quella decisiva che chiuderà definitivamente la partita con il Demonio, perché essa avrà il merito di avere innescato il meccanismo apocalittico e porterà all’instaurazione del Nuovo Mondo.
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